Durante la prima metà del XV secolo, la penisola italiana fu segnata da un lungo periodo di guerre tra i principali stati italiani impegnati in una feroce politica espansionistica. Nel 1453, con la caduta dell’Impero d’Oriente, i vari potentati della penisola misero da parte le proprie ambizioni per difendersi dai turchi. L’anno seguente fu sottoscritta la Pace di Lodi che portò a una relativa stabilità, favorendo lo sviluppo di uno straordinario periodo di fioritura artistica e letteraria noto con il termine di Rinascimento, fondato sul recupero e la rivalutazione della classicità antica. A partire dal XIV secolo, l’arte ruppe definitivamente con gli schemi bizantini della rappresentazione bidimensionale, introducendo l’uso della prospettiva , della tridimensionalità e dei giochi di chiaroscuro.
Durante il Rinascimento, il mecenatismo ebbe un ruolo fondamentale. Le corti vi ricorsero per affermare il proprio potere e accrescere la loro influenza.
Nel 1494, la rivalità tra le corti italiane, non più frenate dall’attività diplomatica di Lorenzo il Magnifico, favorì la discesa in Italia del re di Francia Carlo VIII. Ebbe inizio, così, sul suolo italiano, un lungo periodo di conflitti per la supremazia in Europa, noti come “le Guerre d’Italia”. Il conflitto tra il Regno di Francia e l’Impero terminò sessant’anni dopo, nel 1557, con la sconfitta dei francesi. Nel 1559, fu sottoscritta la pace di Cateau-Cambrésis che segnò la fine della supremazia francese in Italia. Da quel momento, si può considerare esaurita la parabola del Rinascimento. Importantissimi documenti, provenienti dall’archivio privato dell’imperatore Carlo V, da quello dei Duchi di Savoia e dagli Archivi Reali francesi, illustrano i principali accadimenti storici relativi alle Guerre d’Italia del XVI secolo. Tra questi, una rarissima missiva in codice di Enrico Panigarola, ambasciatore dell’Aurea Repubblica Ambrosiana a Venezia e un prezioso documento del re francese Luigi XII che nel 1499 sancisce la conquista del Ducato di Milano.
L’ultima sezione della mostra è dedicata a due grandi protagoniste della dinastia sabauda: Cristina di Borbone Francia e Giovanna Battista di Savoia-Nemours. Salite al potere come reggenti, le Madame Reali lasciarono, tra il XVII e il XVIII secolo, una fortissima impronta nella società, nella struttura architettonica di Torino e nella cultura artistica piemontese, introducendo nella corte sabauda i fasti della corte francese ed esercitando il potere per affermare il proprio ruolo e difendere l’autonomia del loro Stato. Nel 1675, alla morte prematura di Carlo Emanuele II, la moglie, Giovanna Battista di Savoia-Nemours, che vediamo ritratta in un dipinto del celebre pittore Charles Beaubrun, assunse la reggenza in nome del figlio Vittorio Amedeo II. Giovanna Battista fu l’artefice della trasformazione barocca del palazzo che porta il suo nome, Palazzo Madama. La storia la ricorda anche per avere istituito il ghetto ebraico a Torino nel 1679.