La cappella marchionale ospita la Mostra “Per vitam ad mortem. Il ciclo della vita nella famiglia nobile del XIX secolo” che, attraverso una selezione di oggetti di famiglia, di abiti, di carteggi privati e di dipinti, racconta il ciclo della vita e le consuetudini della nobiltà nel periodo tra Romanticismo e Belle Époque.
Accolgono il visitatore i ritratti di due personaggi che appartengono alla famiglia Rothschild. Il primo, Mayer Carl von Rothschild, figlio del fondatore del ramo napoletano della dinastia, fu nel XIX secolo un banchiere, politico e un grande collezionista d’arte, appassionato di oggetti rari ed esemplari del mondo naturale che custodiva nella sua wunderkammer, tra i quali il prezioso corallo “Daphné”, capolavoro dell’oreficeria rinascimentale tedesca, che ispirò Adolphe von Rothschild nella realizzazione del magnifico esemplare di oreficeria trapanese “Corallo della Concordia”.
Proviene da Halton House, la sontuosa residenza di campagna di Alfred de Rothschild, il vassoio in argento massiccio in stile Giorgio V utilizzato per raccogliere i biglietti da visita degli illustri ospiti che frequentavano la dimora. Realizzato dal gioielliere di corte Sebastian Garrard reca al centro lo stemma della famiglia Rothschild.
Splendidi i due diademi ottocenteschi in oro, argento, perle, appartenuti alla baronessa Charlotte de Rothschild. A lei appartiene appartiene la sontuosa parure in oro e topazi aurei, commissionata a Parigi al gioielliere Louis-Eugène de Révillon in occasione delle nozze con il barone Anselm Salomon von Rothschild celebrate a Vienna nel 1826.
Alla figlia Sara Louise von Rothschild appartengono altri magnifici gioielli tra cui due spille “ad memoriam”, realizzate in oro e capelli intrecciati, secondo la moda vittoriana dei gioielli da lutto che si diffuse in tutta Europa nella seconda metà del XIX secolo. A Sara Louise appartengono anche i due abiti da giorno in raso e seta.
Di straordinario pregio l’uovo Fabergé in lapislazzuli, oro, rubini e smalto guilloché, dono del barone Alberto Franchetti de Rothschild alla figlia Mimì. All’interno del Fabergé, una preziosa araba fenice d’oro e rubini, l’uccello mitologico che ogni volta risorge dalle proprie ceneri, per questo diventato simbolo di rinascita.